NM 43, il test
Avete presente cos’è il downsizing? E’ un principio secondo il quale “meno è meglio”. Beh, il primo esempio nelle barche a vela è venuto in mente a Pino Stillitano e Maurizio Cossutti, co-autori di questo interessante fast cruiser che pesa solo 5.500 kg. Avete capito bene, meno di sei tonnellate per una barca di 43 piedi arredata in teak. Come hanno fatto? Che vantaggi ha? Scopritelo guardando questo riassunto della prova, o la versione completa in onda in questi giorni su Yacht&Sail, canale Sky 214 (episodio 44). E poi fatemi sapere cosa ne pensate…
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Innanzitutto complimenti Vanni, ti seguo da tempo - l’ho fatto anche su altre testate - con la soddisfazione di leggere i report del miglior sail-tester in circolazione tra la stampa specializzata italiana.
Approfitto del blog, andando fuori tema rispetto alla prova del NM43 (non me ne voglia il cantiere!), per fare una considerazione sulla linea editoriale di Y&S - versione stampata - per ciò che concerne proprio lo spazio riservato ai test, che giudico scarsino e progressivamente ridotto dai primi numeri in poi.
E’ davvero ottima l’iniziativa di proporli in video sul canale TV (era ora che qualcuno ci pensasse…) e di riportarne una sintesi nel sito, ma una rivista ti accompagna ovunque e la consulti con maggiore agilità rispetto a qualsiasi registrazione video o supporto informatico. Inoltre sono convinto che la sede più adatta per approfondire caratteristiche, pregi e difetti, di un prodotto (anche una barca…) sia proprio la rivista, cioè la carta stampata che non impone i tempi e le dinamiche di un video, pur egregiamente montato.
Insomma, personalmente mi spiacerebbe che venisse sacrificato il format stampato rispetto all’opzione video (che è e resta una slpendida integrazione del report della prova di una imbarcazione, soprattutto per quanto riguarda le sue caratteristiche dinamiche, cioè le sue doti in navigazione.
Mi fermo qui, facendo i complimenti a te e alla redazione per la bellissima iniziativa (che sicuramente state già organizzando…?) di raccogliere e offrire periodicamente in un CD tutte le prove video effettuate e disponibili.
Buon Natale Vanni, continua così…
Guarda, la scelta editoriale di Y&S, proprio per ottenere il massimo dal sistema integrato magazine-web-video, è quella di non replicare in video quanto già detto sulla carta (sarebbe uno spreco e, soprattutto, non sarebbe in linea con la filosofia di questo progetto editoriale), ma di concentrare tutte le spiegazioni tecniche sul servizio TV, in modo da lasciare spazio a riflessioni più ampie sul magazine. Dedichiamo sempre otto pagine alla prova, con analisi approfondite delle parti, incluse foto di dettagli che ne evidenzino pregi e difetti, ma nel testo base cerchiamo, o almeno io cerco, di fare una riflessione volta a identificare lo spirito della barca in esame, le finalità e il raggiungimento o meno delle medesime. Un concetto diverso da quanto facevo sulle altre testate a cui ti riferisci (dove però la carta era l’unico mezzo di espressione).
barca senza dubbio innovativa. è l’equivalente nautico della lotus, che con motori relativamente poco potenti e peso piuma regala prestazioni da supercar.
tanto per fare un paragone con un racer senza troppi compromessi, l’X-41 One Design, nonostante sia poco più corto, pesa 6.800kg.
portare barche molto leggere è sempre bellissimo, si avverte ogni più lieve raffica, il timone è estremamente reattivo e le velocità sono sorprendenti, soprattutto con poco vento come nella prova.
un peso così modesto però può suscitare qualche dubbio sulla resistenza dello scafo nel lungo termine, cioè dopo che gli anni (e le miglia) iniziano a passare.
non dimentichiamo comunque che il peso, se la barca è ben progettata, può essere di grande aiuto nelle navigazioni con mare duro. due esempi eccellenti di “campioni dei pesi massimi” sono oyster e hallberg-rassy. ovviamente però queste barche soffrono con poco vento, infatti spesso e volentieri si finisce per accendere il motore.
Ti faccio i miei complimenti, non sai quanto sono d’accordo, specie nell’ultima parte del tuo commento. Da anni mi batto nel far capire che, per quante controindicazioni possa avere, specie sull’usura delle attrezzature, nelle navigazioni impegnative il dislocamento ha assolutamente il suo valore. Specie nelle andature di bolina con mare formato. Ci vorrebbe un trattato intero sull’argomento, e spero, prima o poi, di avere l’opportunità di approfondire con voi. Ma dico solo questo: è vero che i consueti giri del mondo si svolgono prevalentemente ai laschi, e quindi per carità, ottime queste barche di ultima tendenza, piatte e plananti, e anche i catamarani; ma prima o poi la bolina capita e, spesso, la si incontra in situazioni di emergenza, magari perché bisogna tornare indietro o andare dove non si era previsto. In quelle occasioni, poter bolinare con successo (cioè con un VMG accettabile) può essere fondamentale, fino addirittura a fare la differenza tra la vita e la morte. Vi sembrerà melodrammatico ed esagerato, ma leggetevi un po’ di libri di chi ha girato il mondo e capirete che non è così.
Sarebbe possibile aggiungere maggiori indicazioni sul tipo di carena, di bulbo?
Trovai molto interessante il cantiere Sunbeam che ci teneva a mostrare come era costruita la pala del timone.
Dopotutto è l’opera VIVA! no?
Essendo crocierista novello, sono molto sensibile anche al pescaggio delle barche, visti i fondali non proprio eccezionali dei nostri porti.
Beh i fondali da noi sono preoccupanti veramente solo in Adriatico…Comunque, l’NM 43 fa del tipo di bulbo uno dei suoi punti di forza: proprio perché è leggera, ha bisogno di minor momento raddrizzante (la forza che si contrappone allo sbandamento esercitato dal vento che spinge sulle vele), e quindi anche di meno immersione, In particolare il progettista ha adottato una soluzione che rappresenta un ottimo compromesso tra le prestazioni e le necessità di chi va a spasso, adottando un bulbo profondo solo 2,30 m, dotandolo però di un siluro dalla forma molto allungata, tipo i più recenti Coppamerica, con conformazione a “T” rovescia. Per quanto riguarda la carena, il corpo canoa segue le più recenti tendenze Orc, quindi baglio ridotto, murate verticali e ginocchio pronunciato, ma con una distribuzione dei volumi che ne consenta una buona vivibilità interna, in modo da ottenere tre cabine comode.
Se mi è consentita una richiesta fuori tema rispetto alla prova dell’NM43, vorrei chiederti un consiglio: sto acquistando uno Jeanneu Sun Odyssey 40.3 del 2006 e non ho trovato, cercando qua e là, una prova di questa barca. Alcune riviste riportano notizie del più vecchio 40, che, pur essendo molto simile, non so se possa essere considerato la stessa cosa del 40.3.
La barca mi piace, ma prima di definire l’acquisto ( ho già versato la caparra) vorrei un parere competente e non interessato come è il tuo, se hai avuto modo di provare questa barca.
Complimenti per il tuo lavoro e per la completezza delle tue prove. Buon lavoro
È sempre difficile fare commenti su un acquisto: come ho sempre detto, dipende da quello che vi aspettate dalla barca, da come la usate e dal vostro budget. Non ho mai provato il 40.3, ma posso dirti, se mi ricordo bene, che ha la stessa carena del 40 ma una coperta completamente diversa (simile a quella del contemporaneo 43) che consente una maggior abitabilità interna. Quindi i suoi pregi sono una notevole vivibilità sia in pozzetto che dentro, anche superiore ai 40 piedi attuali, mentre i difetti possono essere la difficoltà a muoversi in coperta, dovuta alla notevole larghezza della tuga, e le prestazioni tipiche di quel tipo di barche, sempre un po’ scarse di superficie velica. Inoltre, il 40.3 è stato, se non sbaglio, il primo Jeanneau dell’era moderna ad avere una struttura realizzata in controstampo. Quindi accertati che non ci siano infiltrazioni tra la pelle esterna e il controstampo stesso.
Caro Vanni , moltissimi complimenti per le tue belle prove e per la tua sintassi che rende un piacere ascoltarti!
Purtroppo tocca registrare world boat per poi scartare a velocità doppia tutte le orrende barche a motore ! perchè non dividete vela da motore?
ti scrivo per segnalarti una barca bellissima, scoperta per caso sulla rete ma che è molto misteriosa visto che non si trovano molte informazioni . Per chi come me è cresciuto negli anni 70 è affascinato dalle sue linee che hanno lo stesso appeal di Virna Lisi! E’ classica ma non è kitsch come il moody classic .
Si chiama Omega 46 , progetto di Ron Holland nessuna altra informazione online, solamente una brochure http://www.erixonyachts.com/omega47.pdf
e poi il nulla . cosa sai di lei??
grazie
Eugenio
[email protected]
Che ci vuoi fare, purtroppo esistono anche loro, e sono molto più fastidiosi a mare che in televisione! Per la barca, sì, l’ho vista mi pare un paio d’anni fa a Düsseldorf, è una barca interessante, bella e discreta, con linee classiche ma soluzioni attuali, veramente un bel prodotto realizzato nella migliore tradizione svedese. A parte i commenti estetici, non è lontanamente paragonabile con gli attuali Moody per qualità costruttiva. È un progetto come si facevano una volta, con baglio limitato e ottimo raddrizzamento di peso (circa il 40% in chiglia). Interessante la versione due cabine e due bagni. Se quest’anno c’è ancora, se vuoi prendo qualche informazione su prezzi e contatti (che per altro, dovrei avere da qualche parte, ma nel mio studio l’entropia è in continuo aumento…).