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Esaminado il nuovo decreto legge sembra proprio che tutti gli armatori vivano nel lusso. La verità: lle barche sono svantaggiate rispetto agli altri beni. Vi spieghiamo come e perché

A quanto pare, lo Stato non ama più la nautica. O forse non l’ha mai veramente amata e per qualche anno ha semplicemente badato ad altro. Per rendersene conto basta leggere le disposizioni della nuova norma (D.L.40/2010) che prevede il nulla-osta del fisco prima di ogni vendita o trasferimento all’estero di un’unità da diporto. Ma è il “redditometro” - forse - a rappresentare per antonomasia l’atteggiamento nei confronti della nautica. A quasi vent’anni dalla sua istituzione - che risentiva di una cultura sicuramente negativa verso le unità da diporto e gli armatori - il sistema non si è evoluto favorevolmente. Anzi, le recenti modifiche non fanno sorridere chi ha acquistato o intende comprare una barca. Ma vediamo la situazione in dettaglio.

1 Quando è nato il redditometro e per quale motivo?
Venne istituito nel 1973 (art. 38 comma 4 DPR 600/73) «per combattere l’evasione fiscale” e trovare i “finti poveri” attraverso uno strumento di “determinazione induttivo» del reddito, ossia per verificare se le spese delle persone fisiche fossero coerenti con il reddito dichiarato. A distanza di dieci anni un Decreto Ministeriale (21 luglio 1983) definì per la prima volta le disposizioni da utilizzare. Per un determinato periodo è stato in un certo senso dimenticato, perché non occorreva più inserire nella dichiarazione dei redditi gli elementi ritenuti rilevanti per “capire” la capacità contributiva. In realtà questo è avvenuto perché l’Amministrazione Finanziaria anno dopo anno ha potuto disporre direttamente di tutti i dati.

2 Quali sono i beni rilevanti ai fini del redditometro?
L’Agenzia delle Entrate li ha divisi in sette gruppi: 1.abitazioni, sia principale che secondaria; 2.collaboratori familiari; 3.cavalli da corsa e da equitazione; 4.assicurazioni (escluse RC, vita, infortuni e malattie); 5. aerei e velivoli; 6.navi, barche e natanti; 7. autoveicoli, roulotte e motoveicoli

3 Come funziona esattamente?
Il redditometro mira a calcolare il reddito presunto di una persona: ci sono un elenco di beni (e servizi) per ciascuno dei quali viene prevista una quota di reddito presunto e un coefficiente rappresentativo della propensione media al consumo (ossia la quota “ideale” di reddito destinata ad ogni tipo di spesa). Sommate insieme le diverse voci (dopo alcune riduzioni previste dalla norma), si aggiungono eventuali incrementi patrimoniali, come l’acquisto di un immobile.

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