Yacht and sail

Home page >> Attualità >> Interviste >> Un Rhum per Mura

Quattro chiacchiere con lo skipper sardo Andrea Mura, primo italiano a vincere la Route du Rhum

A sorpresa sono arrivati anche i complimenti del Presidente della Repubblica. Sino a quel telegramma dal Quirinale, per Andrea Mura, primo italiano a vincere la Route du Rhum - nella categoria “Rhum” - i complimenti più graditi erano stati quelli di Franck Cammas.
«Per me è una leggenda vivente, ha vinto la regata impiegando dieci giorni in meno del sottoscritto - racconta lo skipper sardo - quando l’ho incontrato a Guadalupa, subito dopo l’arrivo, mi ha sorriso come a un amico che si è guadagnato il suo rispetto e poi mi ha invitato a proseguire nella mia carriera oceanica».
Vale la pena, forse, dare retta al trionfatore di una delle storiche transat in solitario che su Groupama ha impartito l’ennesima lezione a vecchi rivali e giovani leoni: fermo restando che la classe “Rhum” (nata per dare sfogo ai monoscafi sino a 60 piedi), Mura ha dimostrato di saperci fare alla barra di Vento di Sardegna: era alla sua prima regata atlantica ma soprattutto alla prima esperienza agonistica in solitario.
«Non nascondo che inizialmente ero preoccupato e non mi sono trovato bene. La svolta è stata nel trasferimento da Cagliari a St. Malo dove ho capito che potevo farcela. Poi il “Rhum” si è rivelato meno problematico di quello che pensavo, facilmente l’adrenalina della regata che in me è naturale ha fatto la differenza. È stata stancante ovviamente ma non sono mai andato nel panico, forse perchè la barca si è comportata benissimo e non ha sofferto alcun problema».
Il regatante ha prevalso sul navigatore. Logico considerando la carriera di Andrea: ottimo timoniere di 420 e 470, randista nella campagna de Il Moro di Venezia, apprezzato velista d’altura e di classi monotipo. Per lui anche un lavoro considerando la sua attività di velaio a Cagliari.
«Ma a un certo punto mi sono disamorato dei circuiti, volevo timonare qualcosa di mio e non essere al servizio di un armatore. Fare poche cose ma bene, insomma. Così ho acquistato il 50’ che De Gregorio aveva realizzato per il Vendée Globe del 2000: una barca straordinaria che in due anni ho praticamente ricostruito per ottimizzarla nelle condizioni mediterranee».
Una scelta di vita e di vela che lo ha portato a vincere - in coppia con Guido Maisto - le grandi classiche come la Roma x Due (tre edizioni), il Giro della Sardegna, la Middle Sea Race.
Il segreto di questo successo? «Il fatto di essere arrivato a St. Malo oltre un mese prima del via. «Volevo non solo partire con la barca a punto ma “entrare” nella loro mentalità: quella che aiuta a vincere regate come il “Rhum”. Sono arrivato da neofita italiano, guardato poco e con supponenza, e ho preso il mare con la stima dei colleghi e la simpatia dei locali. Era il mio obiettivo principale, l’aver vinto è qualcosa di più».
A questo punto, dopo 46 anni di mare e tanti di vela, sarebbe giusto pensare al prossimo Vendée Globe: Mura non si tira indietro. «Datemi un 60 piedi anche usato ma competitivo e parto subito...Scherzi a parte,il problema vero è il budget: la mia avventura al “Rhum” è costata 300mila euro, non facili da trovare ma ancora fattibili. Per il giro del mondo in solitario occorrono almeno cinque milioni di euro per non fare la figura da pellegrino. Intanto nel 2011 voglio vincere la Transat Jacques Vabre con il mio amico Maisto».

(M.B.)