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L'avventura del Plastiki

Uno barca di 18 metri interamente costruita con scarti: tutti i segreti dietro l'eco-barca di David De Rothschild che sta per intraprendere la traversata del Pacifico.

Lavate, asciugate e riempite di uno speciale composto organico gassoso che, sublimando, le rende dure come l’acciaio. Questo il trattamento che hanno subito le dodicimila bottiglie di plastica occorse per realizzare il Plastiki.
È una barca interamente fatta con scarti, utilizzando tecnologie all’avanguardia: una plastica altamente riciclabile e mai utilizzata sinora forma la sua sovrastruttura, l’albero è fatto di un tubo d’irrigazione in alluminio riciclato, la vela è fatta a mano con tessuto PET riciclato anch’esso, e per gli strati di rinforzo è stata utilizzata una particolare colla organica composta da noci di acajou e canna da zucchero. La barca utilizza essenzialmente energia rinnovabile generata da pannelli solari, turbine a vento e cyclette (incastonata sul ponte verrà usata anche dall’equipaggio per mantenersi in esercizio fisico). Il cat è inoltre dotato di un sistema di recupero dell’acqua dalle urine. Il gabinetto provvede anche a rifornire di concime il piccolo “orto verticale” sul ponte, che garantirà verdure fresche nei tre mesi di navigazione grazie a un sistema di coltivazione idroponica a cilindro rotante.

LA ROTTA:
Plastiki parte da San Francisco per costeggiare, tempo permettendo, la Bassa California e San Diego, prima di immettersi in direzione Sydney. Dal “quartier generale” di Sausalito tutti parlano di una possibile rotta, che molto dipende dal vento e dalle condizioni del mare. Attraversando il Pacifico, l’obiettivo ambizioso è quello di fare tappa a Line Island e a Tuvalu, ma tutto dipenderà dalle imprevedibili correnti che si scatenano ad altezza Doldrums. L’intento del viaggio è quello di costeggiare le isole dei rifiuti che stazionano nel Pacifico. Il Pacific Trash Vortex, in particolare, è una specie di “stato fatto di spazzatura”, al largo delle Hawaii e del Giappone, grande tre volte la penisola iberica, che si è formato per gli accumuli di materiale biodegradabile a partire dagli anni ‘50. Il corso delle correnti oceaniche fa sì che una bottiglia di plastica abbandonata in mare a San Francisco finisca nell’oceano e lì resti per milioni di anni