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Nautica sotto tiro: un film già visto

Perché è così difficile far capire che la nautica è un’industria di cui l’Italia deve andare fiera? Perché siamo tornati a demonizzare armatori e barche quando invece dovremmo avvantaggiare questo settore? Il clima che negli ultimi mesi si sta respirando intorno alla nautica ricorda quello degli anni Ottanta, con alcuni settimanali che ripropongono l’associazione scontata “armatore uguale evasore”. Un binomio che non giova a un settore che sta attraversando, come tanti, una crisi da superare con consapevolezza e che, soprattutto, può offrire all’Italia una crescita futura. Per carità, i furbetti e chi non è in regola devono essere colpiti, ma demonizzare un settore è cosa diversa. L’Italia resta comunque leader nella costruzione di superyacht e questo primato deve essere difeso.
Ma non solo: il Mediterraneo è il mare più bello dove navigare e noi dobbiamo fare in modo che ci siano lungo le nostre coste infrastrutture e servizi per tutte le barche, piccole e grandi. Da una recente indagine della Federagenti si scopre che il valore economico generato dalle grandi imbarcazioni sul nostro territorio, analizzando esclusivamente i servizi, ammonta a un miliardo di euro. Una cifra che dovrebbe essere presa in forte considerazione da chi attacca la nautica, in quanto significa un potenziale di posti di lavoro che la pone al pari di altre realtà del terziario. Se solo sapessimo sfruttarlo in modo sinergico, il turismo nautico sarebbe per noi una grande risorsa, ma purtroppo è l’ennesima sfida che il nostro Paese rischia di perdere. Porti per le flotte del charter e servizi più organizzati rappresentano il “plus” che l’Italia non riesce a comprendere per diventare leader anche in questo settore.

Yacht & Sail festeggia con questo numero di luglio i tre anni. Sono pochi - ma in redazione ci sembrano tanti - e tutti ricchi di successi. Il sistema nautico di RCS Media Group ha confermato che la comunicazione integrata rappresenta il futuro ed è vincente! Yacht & Sail è un magazine mensile che vende il doppio dei diretti concorrenti, è l’unico canale televisivo interamente dedicato al mare su Sky 430, è un canale tv internazionale presente in 25 nazioni in Europa - doppiato in tre lingue (francese, tedesco e inglese) - ed è anche un sito web (www.yachtandsail.it). Abbiamo ideato e realizzato con successo un Salone Nautico a Milano, il NavigaMI, e con l’Associazione di Design Industriale lanciato il premio Nautical Design Award, il compasso d’oro della nautica. Insomma, sono passati soli tre anni e Yacht & Sail è diventato il punto di riferimento per gli appassionati di mare e di nautica.

Non è bello essere profeta quando poi le tragedie si avverano. Lo scorso numero mi sono ribellato contro i baby navigatori oceanici. Dopo pochi giorni ecco che la giovane Abby Sunderland ha disalberato nell’Oceano Indiano meridionale e per alcune ore si è temuto per la sua vita. Tutto si è risolto per il meglio e ora la ragazzina è a casa. Vado in barca da quando avevo sette anni e sostengo che navigare o regatare sia una stupenda palestra di vita, ma sono contrario ai fenomeni da baraccone. E questa di Abby è l’ennesima conferma che spesso i genitori dovrebbero evitare di creare dei finti mostri. Per il bene della nautica e dei loro figli.