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2009-11-16

Nuova Zelanda

Nuova Zelanda

Ai confini del mondo. A differenza di altri Paesi, la Nuova Zelanda è proprio come la si racconta. La gente è accogliente, la natura selvaggia ma non pericolosa, il vento costante e il clima in estate mite, con inaspettate showers e passaggi di nuvole. Ovunque si vada si ha l’impressione di essere tra i primi esseri umani mai arrivati.

Nizza

Dal 7 al 22 novembre a Nizza si terrà il Louis Vuitton Trophy, ottima 'scusa' per recarsi in costa azzurra e, tra una regata e l'altra, concedersi una piacevole vacanza tra mercatini e gallerie d’arte, in una città tutta da scoprire

Londra

A gennaio si tiene, come ogni anno, l'importantissimo London Boat Show: Yacht and Sail vi propone una guida alternativa di Londra, fuori dalle mete turistiche più conosciute, cioè i Docks, il vecchio porto di Londra sull’Isle of Dogs, i cui pub avvolti dalle nebbie del Tamigi alimentarono la fantasia di scrittori come Dickens e Defoe e la follia omicida di Jack lo Squartatore. Una città di bacini artificiali e di mattoni bruni che, caduta progressivamente in abbandono nel secondo dopoguerra (tra l’altro, è stata la desolante location di alcune scene di Full Metal Jacket, di Stanley Kubrick), si è trasformata in un grande laboratorio di innovazione e sperimentazione architettonca

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Ai confini del mondo

A differenza di altri Paesi, la Nuova Zelanda è proprio come la si racconta. La gente è accogliente, la natura selvaggia ma non pericolosa, il vento costante e il clima in estate mite, con inaspettate showers e passaggi di nuvole. Ovunque si vada si ha l’impressione di essere tra i primi esseri umani mai arrivati. Certo, il Paese è molto giovane, Cook vi arrivò solo nel 1769, ma è la sua posizione geografica, così lontana da tutto e da tutti, la sua vera fortuna. Tutto ciò fa della Nuova Zelanda, o Aotearoa, che in lingua maori vuol dire Paese dalle lunghe nubi bianche, il luogo ideale per praticare attività outdoor. Qui piacciono quelle estreme, come il bungee jumping e lo skydiving, ma anche la vela. Tutti vanno in barca anche solo per qualche ora il weekend, perché proprio non si può resistere alle condizioni perfette di vento e alle baie riparate dalle onde. Il Golfo di Hauraki è la meta prediletta delle crociere giornaliere, ma con qualche giorno a disposizione vale la pena di spingersi più a Nord, nella Bay of Islands, dove sono sbarcati i primi esploratori, dove tutto è cominciato.

Nella baia teatro di battaglie
La barca la si prende a Opua: un imbarcadero per i traghetti per Russell, un marina e un unico bar-ristorante con annesso un piccolo market (per far cambusa conviene andare a Pahia, dove invece ci sono forniti supermercati). Da qui si parte subito per un breve tragitto di quattro miglia in direzione Russell, la prima capitale della Nuova Zelanda e teatro di sanguinose battaglie tra gli indigeni Maori e i conquistatori britannici. Giunti nella baia vedrete molte boe, alcune delle quali in affitto per i visitatori. Prima di appropriarvi di un gavitello, sbarcate con il tender e chiedete alla gentile coppia che gestisce l’ufficio informazioni sul molo, eviterete di incappare nell’ira di qualche pescatore rientrato nel cuore della notte. Qualche locale interessante sulla litoranea, dove si trova anche un museo sulla storia dei balenieri,e più all’interno una galleria d’arte con pezzi contemporanei e libri storici che valgono la visita. Tenendo come base Russell per un paio di giorni, si possono fare escursioni tra le quasi disabitate isole di Bay of Islands. Se il tempo lo consente, potrete passare una notte in rada: le più belle e protette sono quelle di Awaawaroa e Hahangarua su Moturua Island, dove l’acqua è cristallina e il fondale basso e sabbioso.

Verso la City of Sails
Da qui si prosegue attraverso il passaggio obbligato di Motukokako, oltre Cape Brett, prima di cominciare la “discesa” verso Auckland. Non perdetevi il faro e il famoso “hole in the rock”. Il way point è Whangamumu Harbour, a 22 miglia da Russell, dove si può passare la notte, a meno che non soffino venti da Est. Se volete invece spingervi più a Sud, scegliete Tutukaka, passando on the way da Whangaruru, una lunga spiaggia (occhio all’ecoscandaglio per i numerosi scogli disseminati qua e là) dove potrete provare a pescare con la lenza di bordo i golosissimi red snapper. Dopo 29 miglia di nulla, a Tutukaka troverete un moderno marina dove passare la notte e fare rifornimento di acqua e carburante, oltre a un paio di piccoli negozi dove rimpinguare la cambusa. Nel colorato Snapper Rock Café potrete degustare il pesce pescato nel pomeriggio in una battuta organizzata dal Gamefish Club. Occhi bene aperti mentre fate il bagno, durante lo snorkeling potrebbe sorprendervi un’orca, non è raro incontrarle da queste parti! Le 35 miglia che separano Tutukaka da Great Barrier Reef con la brezza giusta voleranno. Se invece ci fosse vento forte da Est, meglio attardarsi a Tutukaka, perché in quel tratto di costa non ci sono baie riparate. Il lato ovest di Great Barrier è il più suggestivo e accogliente Port Fitzroy è la baia più conosciuta, un lungo fiordo al fondo del quale si trova un piccolo paese. Ma la più carina è Smokehouse Bay, dove si trova una casetta di legno locale - il pregiato kauri - con all’interno una vasca che potrete riempire con l’acqua che voi stessi avrete riscaldato sul fuoco. Non a caso quest’isola è stata la location del programma “Castaway” della BBC One, l’equivalente della nostra “Isola dei Famosi”. Wineries, beach boys e America’s Cup