Fatto in sartoria...
Negli ultimi anni, i metodi con cui si costruiscono le barche sono radicalmente cambiati. Le attuali logiche, unite alle peculiarità dei materiali plastici, portano a standardizzare il più possibile i processi produttivi. Per ogni modello si arriva a realizzare anche centinaia di stampi, a progettare e costruire mobili in catena di montaggio, fino a montare intere parti di arredi interni in una volta sola. Tutto questo aiuta a c
ontenere i costi aumentando al contempo la qualità, ma si scontra con la crescente voglia dei clienti di farsi personalizzare le barche. Già, la personalizzazione: una parola con cui ormai quasi tutti i cantieri riempiono le pagine della loro comunicazione. Spesso però corrisponde solo a una presa in giro, perché si riduce alla scelta di materiali e colori, o al massimo di varianti degli interni ma sempre nell’ambito di rigide proposte del cantiere. Poi si gioca sui costosissimi accessori, che possono portare i prezzi ad aumentare in modo vertiginoso. Una volta, le cose erano molto diverse. Anche nella produzione di serie, dato un progetto, durante le varie fasi di costruzione l’armatore interveniva attivamente, facendosi realizzare la barca secondo le proprie esigenze fino a farsi costruire intere parti, o anche solo dettagli, che rendevano quell’oggetto intimamente suo. Certo,
con il legno tutto era più facile, mentre la vetroresina costringe alla produzione su stampi, pena una qualità delle finiture inaccettabile. Ma c’è ancora spazio per realizzare su misura, senza necessariamente approdare al custom puro? Per fortuna sì e, proprio in questo tipo di produzione, uno dei cantieri maestri è italiano e si chiama Yacht 2000, piccola ma storica realtà basata vicino a Crema.
La location non è un caso: infatti il nome inganna, perché le radici di chi ci lavora, a cominciare dal fondatore Antonio Canesi, affondano nello storico cantiere Alpa, classe 1957, uno dei pionieri mondiali nella costruzione in vetroresina.
Yacht 2000 ha circa 100 barche naviganti in tutto il mondo e, attualmente, propone una gamma di cinque modelli da 55 agli 80 piedi, su progetti di Felci, Vallicelli e Starkel. L’80 piedi che vi presentiamo, ammiraglia del cantiere, è un
raised saloon dall’aspetto sportivo e moderno. Progettato dallo studio Vallicelli, lo scafo rappresenta un giusto compromesso tra le comodità in crociera e le prestazioni. Quindi il corpo canoa si presenta con volumi contenuti e poppa ben alta sull’acqua, specie dopo il leggero allungamento rispetto ai primi esemplari che, tra l’altro, incide positivamente anche sull’estetica. Anche le appendici sono concepite secondo gli stessi principi: sportive ma senza immersioni eccessive che limiterebbero le possibilità di utilizzo in acque basse. In coperta domina la voluminosa tuga, che caratterizza l’estetica e la funzionalità: quindi le aree vivibili sono concentrate verso poppa, con pozzetto per gli ospiti subito dietro l’ingresso, area di manovra intorno alle timonerie e grande prendisole sopra il tender garage.