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Proposte e dubbi. Studiamo il futuro, oggi è caos

Una tavola rotonda interessante e coinvolgente, ma soprattutto ricca di idee e proposte portate da operatori ed esperti del settore quella organizzata da Yacht & Sail con la presenza tra tanti anche del Ministro per il Turismo e per lo Sport Piero Gnudi. Nel servizio - all’interno di questo numero - avrete una visione completa di quanto si è dibatutto e soprattutto delle proposte di cui Yacht & Sail si farà promotore e presenterà nei primi giorni di giugno al Ministro. Quello che si è chiaramente evidenziato è che il turismo nautico in Italia può portare grandi vantaggi al territorio e indirettamente alla nautica stessa. Quindi bisogna dire basta alla comoda demagogia e ai luoghi comuni. Chi ci governa deve capire che dal turismo nautico l’Italia può solo avere dei vantaggi economici importanti.

Fino a che punto Ucina ha presente la situazione attuale dei suoi associati? Fino a che punto Fiera Genova ha capito che il Salone non rispecchia più le esigenze della categoria e degli espositori? Quesiti a cui non è facile dare risposte. La sensazione è che ci sia una confusione che porta a un disgregamento, ma anche che gli stessi operatori non abbiano le idee chiare su come impostare il loro futuro. Il Satec di Rimini ha evidenziato questi problemi, anche se il lavoro delle Assise volute dal Presidente Albertoni ha cercato di dare delle risposte ad alcuni temi. Quello che si evidenzia è una sempre più marcata differenza tra le realtà che compongono il comparto. Per i grossi gruppi il mercato si è spostato in altri Paesi e quindi è li che devono andare a promuoversi; per i piccoli cantieri il cui mercato nazionale rappresenta la totalità delle vendite le esigenze sono ovviamente diverse. Come tenere aggregate queste realtà? Ma soprattutto che futuro può avere una rassegna come quella di Genova in una situazione di mercato interno così fermo come in questo periodo? Il tema Salone è comunque tra i più caldi. La Fiera Genova sta pagando oggi gli errori del passato e il prezzo sarà molto salato.

A Rimini si è parlato di fare un Salone ad anni alterni con Cannes, ma i francesi non erano presenti e con una manifestazione in forte crescita come la loro non accetteranno mai l’idea. È stata anche lanciata la proposta ai grandi gruppi di non presentarsi a Cannes, ma correttamente in questo periodo si va dove c’è il pubblico e in Costa Azzurra la clientela è più internazionale. Si è proposto di spostare il Salone in una località diversa più funzionale e più ricettiva, ma anche in questo caso i tempi sono lunghi e i risultati incerti. La realtà è che il legame a doppio filo tra Ucina e Fiera Genova, se da un lato porta dei vantaggi, dall’altro rende l’associazione di categoria meno libera di decidere. Fiera Genova - ad esclusione di due strutture - ha un layout vecchio e soprattutto oltre al Nautico non ospita manifestazioni importanti ad esclusione di Euroflora che però ha cadenza quinquennale. Il comparto della nautica quindi non può più sostenere i costi degli scorsi anni per sanare il bilancio dell’ente. Oggi i vertici della Fiera parlano di costi più contenuti, di gare d’appalto per la movimentazione delle barche, di wi-fi a metà prezzo - ma dovrebbe funzionare ed essere gratuito per gli espositori - ma il rischio è che vedremo un salone ridotto del 50% come superficie rispetto al passato. Ma il problema è che non c’è nessun progetto per avvicinare gli investitori stranieri, i grandi assenti di questi ultimi anni. E inoltre alcuni operatori del settore vela stanno organizzando un Salone, negli stessi giorni, a Genova Aeroporto. Un segnale negativo in più per Ucina che invece deve fare da collante al settore.
Andrea Brambilla
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