Tutto nasce alla fine della 32ma America’s Cup: le incertezze legate alla battaglia legale tra Bmw Oracle e Alinghi, creano un vuoto enorme: per gli equipaggi, per gli sponsor, e per i medi. Ne ‘approfitta’ Louis Vuitton che, grazie ad un’idea del suo camaleontico portavoce – Bruno Troublé – decide di organizzare una serie di eventi con gli scafi di Coppa America Version 5, che giacevano inutilizzati nei capannoni. Nel febbraio 2009 dieci team raggiungono quindi Auckland (Nuova Zelanda) per il primo di questi eventi che si chiamerà Louis Vuitton Pacific Series. La vittoria, neanche a dirlo, va al team ‘di casa’ Emitares Team New Zealand.
Il successo è tale che non solo si decide di ripetere l’iniziativa, ma anche di strutturarla, cadenzandola nel tempo e nei luoghi. Nasce così la World Sailing Team Association, costituita dagli stessi team che prendono parte alle regate, i quali s’impegnano a svilupparla studiando regole, formati e budget condivisi da tutti. E proprio l’aspetto economico è uno dei punti più interessanti di questa iniziativa, perché al team partecipante è richiesta solo la copertura delle spese ‘vive’ dell’equipaggio; la barca (escluso gennaker) è infatti messa a disposizione dall’organizzazione. A secondo degli iscritti, infatti la WSTA procura gli scafi necessari (che normalmente uno dei team mette a disposizione) e li modifica (a sue spese) per renderli pressoché identici. Poi li trasporta là dove si correranno le regate e si preoccupa di trovare (e stipendiare) ufficiali di gara e tecnici vari. All’equipaggio arrivato comodamente in aereo rimane una sola preoccupazione: vincere.
E, a proposito di equipaggio, bisogna sottolineare che si tratta dei più bravi e famosi nomi in circolazione, tutti ‘veterani’ di Coppa America. Il formato a match race (uno contro uno come), il fatto che si corra 15 giorni senza eliminazione diretta – perfetto per dare visibilità a un brand – la bellezza delle sedi ospitanti e il livello della competizione fanno il resto. Il successo è garantito.
Nel novembre del 2009 il formato cambia nome e diventa Louis Vuitton Trophy, “non si tratta di un circuito”, spiegano gli organizzatori “ma di una serie di eventi slegati tra loro che assegnano, ciascuno, una Coppa e un vincitore”. Il primo di questi ‘Trophy’ si svolge nella Baie des Anges a Nizza dal 7 al 22 novembre 2009 (Louis Vuitton Trophy Nice): otto team in gara, 15 giorni di gare ferratissime, un vincitore, ‘Azzurra’ il team tricolore che prende il nome da quello che nel 1983 fece scoprire la grande vela agli italiani. Francesco Bruni in qualità di skipper e Tommaso Chieffi come tattico hanno disputato regate impeccabili, ‘umiliando’ anche i più grandi.
E le soddisfazioni per la vela tricolore proseguono anche ad Auckland, dove si svolge il Louis Vuitton Trophy Auckland (9-21 marzo 2010): Mascalzone Latino, sotto la guida di Vincenzo Onorato - challenger of record per la 34ma Coppa America - ha conquistato un meritatissimo secondo posto dietro i fortissimi ‘kiwi’ di Emirates Team New Zealand, Azzurra finisce terza.
Il prossimo appuntamento è dal 22 maggio al 6 giugno in Sardegna, con il Louis Vuitton Trophy La Maddalena: dieci team in gara, tre italiani (Mascalzone Latino Audi Team, Azzurra e Luna Rossa) e l’eccezionale presenza di BMW Oracle, il defender della 34ma America’s Cup.
Per quanto riguarda il futuro, al momento sono garantiti due eventi, a Dubai e Hong Kong: il primo dal 13 al 28 novembre 2010, il secondo dal 9 al 24 gennaio 2011.
Formato della regata
Il momento più entusiasmante di un match race è nei cinque minuti prima della partenza. Il pre-start implica un duello affascinante, in cui un equipaggio cerca di prendere il controllo sul suo avversario.
Le due barche fanno ingresso nell’area definita dalle due estremità della linea di partenza (la start box), una dal lato destro con mure a dritta, l’altra dalla parte opposta con mure a sinistra. La barca che presenta le mure a dritta ha sempre il diritto di rotta sulla barca con mure a sinistra, così la barca mure a sinistra deve sempre tenersi discosta. La barca sopravento deve sempre tenersi discosta da quella sottovento.
Nelle regate di match racing le boe devono essere lasciate a destra, quindi dalla parte destra della barca. Questo ha un sottile ma profondo effetto sull’azione: la barca che conduce ha qualche difficoltà in più nel controllare il suo avversario.
Ci sono molte regole in gioco oltre a quelle precedentemente descritte e l’azione viene giudicata dagli umpires (arbitri) in acqua che possono imporre come una penalità un giro di 270 gradi contro un equipaggio qualora ritengano che abbia infranto una regola. L’equipaggio penalizzato può eseguire la penalità imposta in qualunque momento prima della conclusione della regata, salvo che non intervenga una speciale circostanza. In quel caso, gli umpires possono decidere che l’equipaggio debba compiere la sua penalità immediatamente.
Barche
La competizione si svolge a bordo di barche di tipo America’s Cup Class: create per la prima volta nel 1990, sono state utilizzate nell’America’s Cup Match dal 1992. Hanno una lunghezza compresa tra 80 e 90 piedi e pesano tra 23 e 24 tonnellate. Le barche sono costruite con struttura a sandwich, con pelli in carbonio e anima interna in Nomex (a nido d’ape)
Louis Vuitton è stato per lungo tempo associato con la vela professionistica di massimo livello. Il produttore francese di valigie e di borse di lusso ha fatto il suo debutto nella vela nell’America’s Cup, supportando nel 1983 la Challenger Selection a Newport, R.I.
